Apple ha recentemente presentato la nuova gamma di iPhone. Tra questi uno in particolare, l’iPhone 12 Pro Max, spicca per le sue caratteristiche fotografiche. Un sensore più grande, un’apertura maggiore e persino una focale più alta sul teleobiettivo. Ma nonostante le novità il vero punto forte è l’implementazione di un nuovo formato fotografico chiamato ProRaw.
I Raw sono i file che vengono generalmente usati sulle fotocamere per poter lavorare su tutti i dati che il sensore riesce a catturare. Quando scattate una foto infatti i dati grezzi sono moltissimi ma vengono modificati, tagliati e rielaborati per poter produrre un jpeg finale dal peso contenuto. Con il Raw è invece possibile lavorare su tutti questi dati e scegliere cosa utilizzare e come, il che si rende molto utile sopratutto nel recupero di punti troppo scuri o troppo chiari. Questo rende possibile lavorare su una foto come se, in un certo senso, la si stesse scattando di nuovo ma scegliendo impostazioni diverse, cosa che non è possibile fare (se non con grossi limiti) con il jpeg proprio perchè i dati su cui lavorare sono limitati. Guardate l’esempio qui sotto per capire la differenza tra il rielaborare un jpeg e un raw cercando di recuperare i dettagli delle onde:
Negli ultimi anni su molti telefoni è possibile utilizzare i raw nello stesso modo ma sono certo che molti di voi non ne hanno mai sentito parlare nello stesso modo, e c’è un motivo. La differenza che si ottiene modificando un raw o un jpeg su un file ottenuto con uno smartphone è praticamente nulla.
Come mai? Il motivo è molto semplice, i raw sono dei file ottenuti da un singolo scatto e le foto dei vostri telefoni non sono composte da un singolo scatto.
I sensori dei telefoni sono molti piccoli rispetti a quelli delle fotocamere tradizionali e questo vuol dire una grossa carenza nella gamma dinamica delle foto (cioè la differenza massima tra le alti e basse luci di uno scatto). Per ovviare a questo problema i produttori di smartphone hanno costruito negli anni algoritmi sempre più complessi che usano le informazioni di diversi scatti per aumentare la gamma dinamica. Quando usate il vostro telefono infatti il risultato che vedete è ottenuto da decine di diverse immagini scattate a millesimi di secondo una dall’altra e con esposizioni diverse. Questo permette al telefono di produrre foto con una gamma dinamica maggiore di quella che puó fisicamente ottenere.
E qui arriva il problema. I file raw sono per definizione una sola foto. Quando ottenete un raw da un telefono ottenete un file che contiene le informazioni grezze di una sola foto. Ma la qualità di una foto singola prodotta da un telefono è di molto inferiore a quella a cui si è abituati con i normali jpeg persino dell’applicazione standard che invece usa diverse foto fuse insieme. Il risultato quindi è che usando i raw su un telefono si ottiene un prodotto peggiore invece che migliore. Un problema che fino a pochi anni fa non esisteva in quanto i grandi sensori delle fotocamere normali non hanno mai avuto bisogno di un sistema simile.
Ed è qui che entra in gioco Apple ProRaw.
Apple ProRaw non è in realtà un vero raw perchè non arriva direttamente dal sensore ma è una via di mezzo generata dal processore d’immagine. Ma a differenza dei raw include i dati di tutti i diversi scatti e persino quelli di DeepFusion (un sistema di Apple per aumentare i dettagli).
Semplificando di molto la cosa potete vederla in questo modo:
Se questo vi sembra poco vi spiego subito perchè non lo è. Quando gli smartphone usano diversi scatti per ottenere una foto migliore cercano di capire cosa c’è nella foto e la dividono in diverse parti. Un viso controluce per esempio dovrebbe essere più illuminato perchè probabilmente è troppo scuro. Quindi l’IA che sta cercando di migliorare lo scatto cercherà di capire quale è il viso e di mantenere i dati solo della zona del viso della foto (tra le tante) che ha il viso esposto correttamente, scartando lo sfondo. Sfondo che invece verrà probabilmente preso dalla foto con il viso troppo scuro ma il paesaggio corretto.
Questo vuol dire che ci sono una quantità di possibili informazioni che si potrebbero utilizzate in post-produzione e che fino ad oggi venivano semplicemente eliminate. Ed ecco che entra in gioco Apple ProRaw.
Apple ha dichiarato che sarà possibile lavorare su questi file direttamente dall’app Foto ma anche che rilascerà delle API per l’uso da parte di app di terze parti. E come sempre quando vengono resi disponibili nuovi strumenti agli sviluppatori c’è sempre da aspettarsi qualcosa di nuovo.
Ricordiamo che l’uso di questo formato in fase di scatto sarà disponibile solo per il modello più grande, l’iPhone 12 Pro Max.