Ieri è stato ufficializzato uno nuovo smartphone di fascia media, L’Honor 6X. Nelle ultime ore però si è creata una strana situazione e ogni blog d’Italia ha sbagliato a comunicare i dati sulle fotocamere. Perchè?
Il problema nasce da una funzione che è stata mal interpretata da chi ha scritto gli articoli, ma va detto che erano probabilmente in buona fede in quanto è sbagliata la comunicazione a monte dell’azienda che, senza conoscenze fotografiche approfondite, era facilmente fraintendibile. Ma cerchiamo di capire di cosa si tratta.
Honor, come molte altre aziende, ha deciso di sfruttare la doppia fotocamera per avere informazioni sulla profondità di campo con cui simulare uno sfocato simile a quello delle fotocamere DSLR o mirrorless. A differenza di altri competitors però si è spinta ancora oltre e ha deciso di implementare un menù con cui scegliere lo sfocato da simulare. Partendo da f/0.95 fino ad arrivare a f/16, è possibile scegliere un’apertura e avere lo sfocato “equivalente” corrispondente. Come potete vedere in questo video infatti (da cui è preso lo screen sotto) è presente, dopo lo scatto, il selettore per impostare “l’apertura simulata” scelta, e quindi il relativo sfocato.
Ma qui arriva il problema di comunicazione. Il sito ufficiale Honor mostra in centro pagina la scritta “Range di apertura f/0.95 – f/16”, scritta che troviamo anche sulle comunicazioni ufficiali. La maggior parte dei blog e siti di informazione hanno preso per buona questa informazione pensando che sia un dato tecnico.
Come sappiamo l’apertura di un’obiettivo è un valore fisico dato dal rapporto tra il diametro e la focale della lente. È materialmente impossibile per uno smartphone di quelle dimensioni avere una fotocamera con uno schema ottico da f/0.95. Anche se non ci sono dati tecnici sulle caratteristiche reali delle 2 fotocamere, come tutti gli smartphone parliamo di focali tra i 20 e i 30mm e un’apertura reale fissa intorno a f/2. Per un fotografo questa è una cosa ovvia, ma per chi non ha conoscenze di questo tipo non c’era motivo di dubitare di quei dati.
Per chi non conoscesse bene le formule dietro i valori di apertura,consilgio di dare un’occhiata a questa semplice immagine qui sopra per capire perlomeno il concetto. A parità di sensore (e quindi di diametro su cui costruire lo schema ottico) un’apertura più grande (e quindi più luce) richiede semplicemente una grandezza maggiore.
Dando un’occhiata in giro si nota come alcuni utenti abbiano cercato di avvertire i vari siti/blog della cosa, ma senza risultato. Chi ha scritto gli articoli infatti tende giustamente a fidarsi delle fonti ufficiali, ma in questo caso purtroppo la fiducia è stata mal riposta.