È la prima volta che si vede un brevetto simile da parte di Sony. Descrive un obiettivo zoom con elementi ottici normali ed al centro due lenti a cristalli liquidi. Le lenti a cristalli liquidi possono cambiare l’ “indice di rifrazione” con l’utilizzo di un segnale elettrico. Sony scrive:
“Per ottenere la miniaturizzazione del sistema ottico, è concepibile utilizzare quello che viene chiamato un obiettivo a cristalli liquidi, in cui un cristallo liquido è disposto tra due substrati planari. Questo perché applicando un segnale elettrico al cristallo liquido per variare l’indice di rifrazione, diventa possibile variare la lunghezza focale della lente senza spostare la lente stessa.”
In teoria, utilizzando elementi di cristallo liquido si possono ottenere lenti autofocus più piccole e superveloci, questo perché non è più necessario che le lenti si muovano durante la messa a fuoco in avanti o indietro. Il principale svantaggio di tale tecnologia è che di solito porta un calo di risoluzione. Ma all’interno del brevetto Sony sostiene di aver risolto il problema. Questo è il disegno della lente zoom:
Ci sono due elementi a cristalli liquidi (contrassegnati con il numero 10) per lo zoom e messa a fuoco. Tutti gli altri elementi ottici sono fissi (ad eccezione della parte stabilizzata).
Come al solito con i brevetti non sappiamo quanto tempo ci vorrà per vedere un tale disegno su una produzione di massa della lente. Ma sicuramente sarebbe una caratteristica eccezionale per il sistema FE. Con una messa a fuoco rapida e dimensioni delle lenti ancora più contenute ci sarebbe un buon motivo in più per aderire al sistema Sony FE. Già ora le fotocamere Sony FE sono infatti le più piccole reflex digitali in commercio (almeno quelle fullframe), ma le lenti sono di solito grandi quasi come quelle per DSLR classiche.