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5 miti della fotografia digitale

Miti e pregiudizi persistono perché sono convincenti o non ci si preoccupa di correggerli. Per i fotografi, molti miti della fotografia digitale sono sorti quando si è cercato di trarre analogie imperfette dalla fotografia a pellicola.

Data la complessità fisica dietro alle immagini digitali non è del tutto sorprendente che alcuni miti persistono ancora oggi,quindi eccone 5 che dovreste conoscere in una piccola guida pubblicata da PetaPixel.

#1: La sensibilità ISO

A differenza della pellicola i sensori digitali hanno una sola sensibilità. Modificare gli ISO su una fotocamera digitale non rende il sensore più sensibile. La fotocamera si limita ad amplificare un segnale debole e il rumore di accompagnamento. E ‘un po’ come alzare il volume su una registrazione audio di bassa qualità. Si può sentire, ma suona comunque male.

Un modo semplice per illustrare questo fenomeno è quello di scattare una foto a bassa e alta sensibilità ISO in una giornata luminosa.

sensibilita-iso-100

ISO 100

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ISO 12800

Anche se ci sono un sacco di fotoni, utilizzando una sensibilità ISO elevata viene catturata comunque meno luce di quella disponibile ingannando i pixel e facendogli credere di essere pieni quando non lo sono. Come aumentano gli ISO, la gamma dinamica diminuisce. Il rumore diventa anche più evidente, con conseguente scarsa qualità dell’immagine.

Alcune recenti fotocamere sono state definite “ISO invariante”, che significa che il rumore del sensore in lettura è costante a prescindere dalla sensibilità utilizzata. Ciò consente ai fotografi di conservare la gamma dinamica e aumentare le ombre in post-produzione sebbene l’immagine iniziale sia gravemente sotto-esposta.

#2: Profondità del colore maggiore significa foto migliori

La profondità di bit è legata alla risoluzione del convertitore analogico-digitale della fotocamera. Maggiore è la profondità di bit, più un pixel può essere tagliato in unità sempre più piccole con transizioni tonali fluide. Se le fotocamere attuali hanno convertitori A/D a 14 bit in grado di soddisfare 16.384 livelli perché non costruire convertitori a 16-bit o 24-bit, per gradazioni maggiori? A parte i file di grandi dimensioni che potrebbero derivare dalla maggiore quantità di dati, c’è un punto dove i rendimenti diventano decrescenti a causa del rumore.

Tutto inizia con il rumore della luce che stiamo registrando quando scattiamo una foto. Quel rumore si aggiunge a quello introdotto dal circuito nei diversi punti della catena di elaborazione del segnale (rumore di lettura,dark noise ecc). Se si tenta di tagliare il segnale in unità più piccole (con più profondità di bit) e le unità diventano più piccole del rumore, non si sta guadagnando niente.

#3: Questa è l’esposizione perfetta per scattare una foto

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No, non lo è, ma vi è un rapporto ottimale di segnale-rumore (SNR).

Stai cercando di esporre un volto in controluce o gettarlo in silhouette? L’esposizione perfetta per un essere umano è soggettiva, ma dal punto di vista dell’elettronica, si cerca di avere il miglior SNR. Un forte SNR ti da maggior latitudine di post-elaborazione dell’immagine o, come viene chiamata dai fotografi, un’esposizione a destra.

Richard Butler (DPReview), scrive, “una volta catturato, il rapporto segnale-rumore di qualsiasi tono non può essere migliorato. Si può ottenere di peggio,aggiungendo rumore elettronico, ma se si tenta di aumentare o spingere il segnale, si finisce per aumentare il rumore della stessa quantità e il rapporto rimane lo stesso. Questo è il motivo per cui l’esposizione iniziale è così importante. “

#4: La lunghezza focale equivalente su 2 sensori di dimensioni differenti non è equivalente

Con tutte le varie dimensioni dei sensori, i fotografi sembrano ossessionati dall’ “equivalenza”.  La maggior parte dei fotografi sanno che se un sensore ha un fattore di crop di 2x (come nel micro 4/3), è necessario moltiplicare la lunghezza focale dell’obiettivo per ottenere il formato equivalente nei 35mm. Meno noto è che l’apertura deve essere moltiplicata per ottenere un equivalente profondità di campo (DOF). Tony Northrup spiega:

Quindi, per ottenere la stessa DOF di un 200 mm f/5.6 su una fotocamera full frame, si ha bisogno di un 100 f/2.8 su un sensore micro 4/3.

#5: Pixel più grandi vuol dire migliore qualità d’immagine

In condizioni di scarsa illuminazione è vero che i pixel più grandi in genere hanno un SNR più alto, perché in grado di catturare più luce. Ma pixel più grandi scambiano risoluzione per avere più luce. Per questo motivo sensori specifici per le prestazioni ad alti ISO (come le A7S) hanno minori megapixel.  È interessante notare che, in scene molto illuminate, pixel più piccoli hanno un SNR maggiore e migliore potere risolutivo.

Anche se i sensori utilizzati in molti tipi di fotografia astronomica hanno pixel più grandi, la maggior parte delle attuali DSLR full-frame si sono fermate a una dimensione dei pixel di circa 5-6.5μM. Al contrario, i sistemi di microscopia possono avere dimensioni del pixel di 24μM, e nella Phase One da 100mp hanno una dimensione 4.6μM.

Come potete vedere da questa lista, i pixel più grandi non equivalgono a una qualità maggiore,se non in situazioni di scarsa luminosità.

dimensioni-pixel

Le dimensioni del sensore e l’apertura sono i migliori indicatori della qualità delle immagini. In poche parole, ad una data lunghezza focale e apertura, una fotocamera con un sensore grande cattura molta più luce di un sensore più piccolo. Più luce, più segnale e cioè miglior SNR e una migliore qualità dell’immagine. Ma questo non per il numero di pixel o la loro grandezza,ma solo per la luce totale catturata.

Molti possessori di medio formato sostengono che pixel più grandi equivalgono a una maggiore profondità di bit e una risoluzione più alta che producono immagini di qualità migliore. Ma in realtà è semplicemente un sensore più grande combinato con aperture maggiori che catturano molta più luce di un 35 mm alla stessa lunghezza focale ed esposizione.